Collettore Principale di Terra: Guida Completa e Normativa

Il collettore principale di terra – noto anche come nodo equipotenziale principale – è il punto di convergenza di tutti i conduttori di protezione e di equipotenzializzazione dell’impianto elettrico. Si tratta di una sbarra metallica, generalmente in rame o altro materiale conduttore conforme, che crea un collegamento elettrico simultaneo fra il dispersore interrato, i conduttori di protezione distribuiti nell’edificio e gli elementi metallici che potrebbero assumere potenziali pericolosi durante un guasto.

La sua funzione essenziale è mantenere allo stesso potenziale elettrico tutte le masse metalliche accessibili e le masse estranee presenti, impedendo così che si formino tensioni di contatto potenzialmente letali per le persone.

Cos’è il collettore principale di terra e funzione nell’impianto

Questo componente funge da punto di demarcazione fra il conduttore di terra – che collega fisicamente il dispersore al collettore – e i conduttori di protezione che dal collettore si ramificano verso tutti i circuiti elettrici dell’edificio. Tale distinzione non rappresenta una semplice questione terminologica: riflette un’architettura precisa dell’impianto di messa a terra, indispensabile per garantire continuità elettrica e facilitare le operazioni di verifica della messa a terra secondo il DPR 462 01, che impongono controlli periodici sulla funzionalità dell’intero sistema di protezione.

Attraverso il collettore, eventuali correnti di guasto vengono disperse a terra seguendo un percorso a bassa impedenza, permettendo l’intervento rapido dei dispositivi di protezione come gli interruttori differenziali.

Centralizzare tutte le connessioni equipotenziali in un unico punto accessibile semplifica notevolmente le operazioni di ispezione, misurazione e manutenzione, consentendo ai tecnici di verificare l’efficienza dei collegamenti senza dover raggiungere molteplici punti sparsi nell’edificio. Il collettore costituisce dunque il cuore del sistema di protezione contro i contatti indiretti, e la sua realizzazione a regola d’arte secondo le normative vigenti rappresenta un prerequisito imprescindibile per la sicurezza elettrica complessiva.

Conduttori e componenti da collegare al nodo equipotenziale

Al collettore principale di terra convergono tre categorie fondamentali di conduttori, ciascuna con una funzione specifica nell’architettura della protezione elettrica. La prima categoria comprende il conduttore di terra, l’elemento che stabilisce il collegamento fisico fra il collettore e il dispersore interrato, garantendo la continuità elettrica verso il terreno.

Questo conduttore deve presentare caratteristiche tecniche appropriate in termini di sezione e materiale per assicurare un percorso a bassa resistenza verso terra. La seconda categoria include tutti i conduttori di protezione – contrassegnati con la sigla PE o con il caratteristico colore giallo-verde – che partono dal collettore per raggiungere le varie utenze elettriche dell’edificio, collegando tutte le masse metalliche degli apparecchi e delle apparecchiature.

La terza categoria, di importanza cruciale, è rappresentata dai conduttori equipotenziali principali che connettono al collettore tutte le masse estranee dell’edificio. Rientrano in questa categoria le tubazioni metalliche di acqua, gas e riscaldamento, le strutture metalliche portanti, le armature del cemento armato accessibili, le canalizzazioni di ventilazione e condizionamento, oltre a qualsiasi altro elemento metallico estraneo all’impianto elettrico ma suscettibile di assumere potenziali pericolosi.

La corretta identificazione e il collegamento sistematico di questi elementi vengono dettagliati negli schemi multifilari che accompagnano il progetto dell’impianto elettrico, fornendo una rappresentazione grafica completa di tutte le connessioni equipotenziali.

Negli edifici complessi o con particolari esigenze di sicurezza, possono confluire al collettore principale anche elementi aggiuntivi: conduttori equipotenziali supplementari provenienti da ambienti speciali come locali bagno o piscine, conduttori di equipotenzializzazione delle armature metalliche di eventuali pavimenti sopraelevati, collegamenti dedicati per apparecchiature sensibili o sistemi informatici. La completezza di questi collegamenti determina l’efficacia complessiva del sistema di protezione: qualsiasi omissione o collegamento inadeguato può compromettere seriamente la sicurezza dell’intero impianto elettrico.

Installazione e posizionamento del collettore principale di terra

La normativa tecnica vigente, in particolare la norma CEI 64-8, stabilisce che il collettore principale di terra debba essere collocato in prossimità del punto di consegna dell’energia elettrica, generalmente nelle immediate vicinanze del quadro elettrico generale dell’edificio. Questa collocazione strategica facilita il collegamento del conduttore di terra proveniente dal dispersore e consente una distribuzione razionale dei conduttori di protezione verso tutti i circuiti.

L’installazione deve avvenire in un ambiente accessibile ma protetto da manomissioni accidentali – preferibilmente all’interno di locali tecnici, vani contatori o quadri elettrici – dove possano operare esclusivamente persone addestrate e autorizzate.

Il collettore va ancorato saldamente alla parete o al supporto mediante appositi isolatori oppure, in alternativa, può essere montato direttamente su carpenteria metallica purché questa sia a sua volta integrata nel sistema equipotenziale. La sua posizione deve permettere un comodo accesso per le operazioni di collegamento dei vari conduttori, per l’esecuzione di misure strumentali e per eventuali interventi di manutenzione o ampliamento dell’impianto.

Le prescrizioni relative al posizionamento fanno parte integrante della documentazione progettuale obbligatoria secondo l’obbligo del progetto dell’impianto elettrico regolamentato dal DM 37 del 2008, che richiede la chiara identificazione del collettore negli elaborati grafici e nelle specifiche tecniche.

Negli edifici multipiano o nei complessi edilizi articolati può rendersi necessario prevedere collettori equipotenziali secondari ai vari livelli, collegati al collettore principale mediante conduttori equipotenziali principali di sezione adeguata. Questa architettura distribuita semplifica il collegamento locale delle masse estranee e ottimizza la distribuzione dei conduttori di protezione.

Il dimensionamento della sbarra collettrice deve prevedere un numero sufficiente di morsetti o punti di connessione per accogliere tutti i conduttori previsti in fase progettuale, con un margine di espansione per eventuali futuri ampliamenti dell’impianto, garantendo così flessibilità e adattabilità nel tempo.

Sezione minima conduttori e requisiti tecnici normativi

La normativa CEI 64-8 definisce requisiti precisi per le sezioni minime dei conduttori che convergono al collettore principale di terra, differenziandole in base alla tipologia e alla funzione specifica. Per il conduttore di terra che collega il dispersore al collettore, la sezione minima è di 16 mm² se realizzato in rame e installato con protezione meccanica, mentre sale a 25 mm² se privo di protezione contro i danneggiamenti meccanici.

Questi valori garantiscono un percorso a bassa resistenza verso il terreno e un’adeguata robustezza meccanica che preservi l’integrità del collegamento nel tempo.

I conduttori equipotenziali principali – che collegano al collettore le masse estranee dell’edificio – devono presentare una sezione non inferiore a metà di quella del conduttore di protezione di sezione maggiore presente nell’impianto, con un minimo di 6 mm² in rame. Tuttavia, per edifici di dimensioni significative o con dispersori di terra particolarmente estesi, costituisce una pratica consolidata adottare sezioni minime di 16 mm² in rame per garantire margini di sicurezza adeguati.

I conduttori di protezione che dal collettore si distribuiscono verso i vari circuiti hanno sezioni variabili in funzione della sezione dei conduttori di fase del circuito protetto, secondo tabelle specificate dalla normativa.

La verifica della corretta sezione e continuità di questi conduttori viene effettuata mediante strumenti di misura dedicati, come il misuratore di resistenza che permette di determinare la resistenza ohmica del percorso di terra e identificare eventuali anomalie nei collegamenti. Oltre alla sezione, la normativa prescrive che tutti i conduttori di terra e di protezione siano realizzati con materiali conformi, protetti dalla corrosione mediante zincatura o stagnatura nelle zone critiche, e installati secondo modalità che ne preservino l’integrità meccanica ed elettrica.

I morsetti di connessione al collettore devono garantire un contatto elettrico stabile e permanente, preferibilmente mediante serraggio a vite con rondelle elastiche che prevengano l’allentamento nel tempo.

Verifica messa a terra: accessibilità e manutenzione del collettore

L’accessibilità del collettore principale di terra costituisce un requisito normativo imprescindibile: questo componente deve essere ispezionabile in qualsiasi momento per consentire l’esecuzione delle verifiche periodiche obbligatorie. Le normative di sicurezza, in particolare il DPR 462/01, impongono controlli biennali o quinquennali a seconda della tipologia di attività svolta nell’edificio, rendendo indispensabile che il collettore sia raggiungibile senza dover eseguire opere murarie o smontare componenti strutturali.

L’accessibilità facilita inoltre gli interventi di manutenzione ordinaria, come il serraggio delle connessioni che possono allentarsi nel tempo a causa di vibrazioni o dilatazioni termiche.

Durante le verifiche obbligatorie ogni 2 o 5 anni sotto la responsabilità del datore di lavoro, i tecnici abilitati eseguono misurazioni strumentali specifiche che richiedono l’accesso diretto al collettore. Queste verifiche comprendono la misurazione della resistenza di terra dell’intero impianto, il controllo della continuità dei conduttori equipotenziali e di protezione, l’ispezione visiva dello stato di conservazione del collettore stesso e delle sue connessioni.

Un collettore non accessibile rende impossibile l’esecuzione completa di queste verifiche, compromettendo la certificazione di conformità dell’impianto.

La manutenzione periodica del collettore principale comprende la pulizia dei morsetti di connessione dalla eventuale ossidazione superficiale, il controllo del serraggio di tutti i collegamenti, la verifica dell’assenza di corrosione sulla sbarra collettrice e sui conduttori collegati, oltre all’aggiornamento della documentazione tecnica in caso di modifiche o ampliamenti. Rappresenta una buona pratica identificare chiaramente ciascun conduttore collegato al collettore mediante etichettatura permanente che indichi la provenienza o la destinazione, facilitando così le operazioni diagnostiche e manutentive.

Un registro delle verifiche e degli interventi eseguiti dovrebbe essere mantenuto aggiornato e conservato insieme alla documentazione dell’impianto elettrico, fornendo uno storico completo delle attività di controllo e manutenzione effettuate nel tempo.

Rischi e conseguenze di un collettore di terra assente o difettoso

L’assenza o il malfunzionamento del collettore principale di terra espone gli occupanti dell’edificio a rischi elettrici estremamente gravi, rendendo inefficace l’intero sistema di protezione contro i contatti indiretti. Senza un collegamento equipotenziale efficiente, in caso di guasto di un apparecchio elettrico con dispersione verso la massa metallica, possono instaurarsi tensioni pericolose sulle strutture metalliche accessibili dell’edificio.

Una persona che tocchi simultaneamente due elementi metallici a potenziali diversi potrebbe essere attraversata da una corrente elettrica potenzialmente letale, anche in presenza di interruttori differenziali funzionanti: la differenza di potenziale locale non viene eliminata e il pericolo permane.

Un collettore difettoso – con collegamenti inadeguati o corrosi – produce effetti analoghi all’assenza completa del sistema equipotenziale. Le connessioni ossidate o allentate introducono resistenze elevate nel percorso di guasto, impedendo il flusso di corrente sufficiente a far intervenire le protezioni automatiche.

In questo scenario, le tensioni pericolose possono persistere indefinitamente senza che i dispositivi di protezione rilevino l’anomalia, creando una condizione di pericolo latente particolarmente insidiosa. I rischi documentati nel documento di valutazione dei rischi devono includere specificamente le conseguenze di un impianto di terra non conforme.

Le conseguenze legali per il proprietario o il datore di lavoro responsabile di un edificio privo di un adeguato sistema di messa a terra sono altrettanto severe. Oltre alla responsabilità civile per eventuali incidenti occorsi a persone, la normativa prevede sanzioni penali che possono arrivare fino a otto mesi di reclusione in caso di gravi violazioni delle disposizioni di sicurezza.

Gli impianti privi di certificazione di conformità o con verifiche periodiche scadute non possono ottenere l’autorizzazione all’esercizio di attività produttive o commerciali, e possono essere oggetto di ordinanze di sospensione immediata dell’attività da parte degli organi di vigilanza. La verifica della presenza e dell’efficienza del collettore principale di terra rappresenta quindi non solo un obbligo normativo ma una responsabilità etica fondamentale verso la sicurezza delle persone che frequentano l’edificio.

Conclusione

Il collettore principale di terra si conferma come elemento irrinunciabile dell’impianto elettrico, svolgendo la funzione vitale di garantire l’equipotenzialità di tutte le masse metalliche e proteggere le persone dai pericoli della corrente elettrica. La sua corretta progettazione, installazione e manutenzione secondo le prescrizioni normative costituiscono requisiti fondamentali per assicurare la sicurezza elettrica di qualsiasi edificio, sia esso residenziale, commerciale o industriale.

Abbiamo esaminato come il collettore debba essere dimensionato con sezioni adeguate dei conduttori, posizionato in zone accessibili per le verifiche periodiche obbligatorie e collegato sistematicamente a tutti i componenti dell’impianto di terra: dal dispersore ai conduttori di protezione, dalle tubazioni metalliche alle strutture portanti dell’edificio.

La consapevolezza dei rischi connessi a un collettore assente o difettoso sottolinea l’importanza di affidare la realizzazione e la verifica dell’impianto di messa a terra esclusivamente a professionisti qualificati, nel rispetto delle normative tecniche vigenti e con l’obiettivo primario di tutelare la salute e la sicurezza delle persone.

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